Chiediamo al Ministro Schillaci e al Parlamento subito una Legge che obblighi a formazione e responsabilizzazione di chi vuole accogliere cane in famiglia, a prescindere dalla razza.
La drammatica morte della bimba di nove mesi ad Acerra ha riportato l'attenzione sulla presenza di cani in famiglia.
Sebbene gli elementi riportati dalla stampa non permettano di individuare il perfetto susseguirsi dei fatti, da quello che emerge sembrerebbe che il cane avesse già aggredito in passato un altro cane. Chiediamo se è stata fatta una denuncia, in questi casi obbligatoria, anche a tutela dell'incolumità pubblica, e se, in tal caso, in base a quanto disposto dall'ordinanza ministeriale in vigore, il cane è stato valutato.
Al Sindaco di Acerra, Tito D'Errico e alla ASL locale chiediamo se, in base alla valutazione del cane, è stato organizzato e frequentato il corso obbligatorio per il suo proprietario.
Le normative sono poche e poco stringenti, ma quelle che esistono attualmente, sono state rispettate? Perché forse questo avrebbe potuto essere un deterrente per il tragico epilogo che ha visto la morte di una bimba di 9 mesi.
Tutto questo ci dimostra l'inderogabile necessità e urgenza di una Legge nazionale.
I cani non “impazziscono” improvvisamente: sicuramente ci sono stati dei segnali che non sono stati letti e forse non sono stati letti perché non c'erano le competenze, inoltre c'è stata una detenzione inadeguata da parte del proprietario del cane.
Sono venti anni, invece, che la materia dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani è disciplinata con Ordinanze contingibili e urgenti del Ministero della Salute che peraltro non hanno sanzioni certe e dissuasive per i trasgressori.
Chiediamo quindi al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, e al Parlamento di emanare al più presto una Legge basata sulla prevenzione e sulla responsabilizzazione di tutti coloro che vivono con un cane o che intendano introdurne uno nella propria famiglia.
Ciò deve avvenire senza la reintroduzione della cosiddetta black list che si è già dimostrata non efficace in passato – tanto da essere cancellata dall'Ordinanza del Ministero della Salute del 3 marzo 2009, cosiddetta Ordinanza Martini.
I detentori di cani, devono essere formati e responsabilizzati prima di accogliere l'animale. La formazione va estesa a chiunque decida di accogliere nella propria vita un cane a prescindere dalla razza o dall'incrocio di razze. La formazione inoltre non deve essere generica, ma calibrata su ogni individuo, perché ogni cane e ogni razza ha esigenze e caratteristiche differenti
Sebbene l'Ordinanza del Ministero della Salute del 3 marzo 2009, rinnovata negli anni e ancora in vigore, evidenzi come la correlazione fra alcune razze canine e la pericolosità sia scientificamente infondata e ponga - giustamente - l'accento sulla fondamentale importanza della corretta conoscenza del cane, della sua etologia e della sua comunicazione per prevenire i fenomeni di aggressività, questo strumento normativo ha bisogno di essere trasformato in Legge e di essere rafforzato affinché simili tragedie possano essere prevenute.
Innanzitutto, è necessario prevedere un esplicito divieto di lasciare i cani assieme ai bambini senza la supervisione di un adulto.
Altre disposizioni indispensabili, corredate da un efficace sistema sanzionatorio, sono il divieto di addestramento violento, che incide sull'integrità psicofisica del cane e produce effetti collaterali quali paura, ansia, depressione e aggressività. Inoltre deve sussistere il divieto di tenere i cani legati in quanto essere costantemente vincolati in uno spazio ristretto aumenta il rischio che l'animale sviluppi problematiche comportamentali e favorisce lo sviluppo dell'aggressività. L'addestramento violento e la detenzione di cani legati sono elementi che possono essere ascrivibili al reato di maltrattamento.
Necessarie anche precise prescrizioni riguardo alla sicurezza degli spazi esterni dove sono custoditi i cani, anche temporaneamente, attraverso recinzioni costruite e mantenute in modo idoneo a evitare che gli animali ospitati possano scavalcarle e superarle o oltrepassarle con la testa, in modo tale da poter mordere o arrecare danno a persone o animali che si trovino dall'altra parte della recinzione.
Fondamentali, inoltre, le prescrizioni per la custodia e la gestione dei cani utilizzati per la guardiania finalizzate ad avere sempre comunque sotto controllo i cani e a delimitare efficacemente con recinzioni gli spazi ove essi operino.
La pericolosità di un cane valutata in base a una razza si basa su un approccio aprioristico anziché su una valutazione più equa e accurata dei rischi associati a ciascun cane.
Sebbene alcune razze abbiano per selezione delle motivazioni di razza come la competitività con altri cani e una motivazione predatoria molto alte, se queste "caratteristiche di razza" o inclinazioni caratteriali diventano eccessive e prendono troppo spazio, significa che il cane non è in equilibrio.
Un cane in equilibrio avrà sempre la presenza di queste inclinazioni, ma nessuna di queste diventerà mai maniacale.
Se un cane è mal gestito, deprivato, non socializzato, stressato e maltrattato, o tutte queste cose insieme, può verificarsi che una delle caratteristiche di quella razza diventi eccessiva. Se questo accade con un cane di 7 kili si ha una certa conseguenza, se questo avviene con un cane di 40 kili, con la potenza mandibolare di un molossoide o terrier tipo bull, le conseguenze possono essere drammatiche
È necessario quindi intervenire sulla cultura cinofila a partire dai più piccoli, solo la corretta conoscenza del cane della sua etologia e del suo linguaggio nonché delle modalità con le quali esprime il disagio permette di prevenire gli episodi di aggressività.