L’allerta influenza aviaria H5N8 in Europa, diramata da EFSA nel 2020, è diventata un’emergenza ed un’ecatombe di animali, con abbattimenti di massa che hanno solo anticipato la loro fine, certa e programmata, come le oche ‘da fois gras’, che rappresentano la maggior parte dei volatili uccisi nell’area francese delle Landes.
Il tasso di aumento dei cluster di H5N8 in Francia è indicativo, da venerdì 8 a lunedì 11 gennaio sono passati da 127 a 198 e il governo francese ha dichiarato che ai 700.000 volatili uccisi da dicembre se ne aggiungeranno centinaia di migliaia di altri.
Le misure di contenimento dell’epidemia, considerando la rapida diffusione del virus e l’elevata contagiosità per gli uccelli selvatici e domestici, sono state rafforzate ampliando la gamma di casi che prevedono l’abbattimento, anche per tentare di scongiurare un altro passaggio di specie, verso il genere umano.
“L’influenza aviaria H5N1 aveva già infettato l'uomo in Asia, nel 2005, con tassi di mortalità dell'ordine del 50% e H5N8, che circola oggi nelle Landes, è una mutazione dell'H5N1, non immune ad una possibile ricombinazione a lungo termine con l'influenza umana”, ha spiegato il virologo e ricercatore Hervé Fleury alla stampa d’oltralpe.
L’ondata epidemica di influenza aviaria H5N8 del 2016-2017, la più vasta degli ultimi dieci anni in Europa, ha causato più di 1.285 focolai negli allevamenti, con mortalità di animali e danni economici elevatissimi. In Italia, nel 2016-17, si sono registrati 83 focolai di infezione di H5N8, con 2,7 milioni di volatili abbattuti e le spese di eradicazione si sono aggirate intorno ai 40 milioni di euro.
La corsa contro il tempo per contenere il virus è affannosa, anche in altri paesi europei, come spiega questa cronologia dei focolai e con una grave emergenza di aviaria ad elevata patogenicità (HPAI) in India.
La catena di propagazione – con lo sterminio degli animali e le ingentissime spese di eradicazione - si interromperà anche questa volta forse, ma non stabilmente: gli eventi del 2020 e dell’inizio di quest’anno ci dimostrano che tutto è connesso e ad elevato potenziale di catastrofico scoppio.
La soluzione? Allontanarsi con forza dai cibi di origine animale, orientandosi con decisione verso alimenti di origine vegetale. Solo così contribuiremo ad un mondo più sostenibile e meno ‘a orologeria’ per gli animali e per l’uomo. #NONCOMEPRIMA
Paola Segurini, Area Veg LAV e Roberto Bennati, Direttore Generale LAV