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Appello a Mattarella: sospenda asta per i cinghiali di Castelporziano

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Ultimo aggiornamento

giovedì 08 luglio 2021

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Aperte le buste pervenute all’asta, indetta dal Quirinale per la vendita di 852 cinghiali residenti nella tenuta presidenziale di Castelporziano: una prospettiva di una crudeltà inaudita per cui gli animali, come fossero oggetti, saranno venduti in cambio di pochi euro ognuno per finire in un macello, oppure per diventare bersaglio dei cacciatori nelle aziende venatorie private, oppure vittime dei loro cani nelle aree di addestramento. 

Non sfuggiranno al destino di morte e sofferenza neppure i piccoli striati di pochi mesi, che potrebbero ancora essere dipendenti dalle madri alle quali saranno strappati dalle reti di cattura posizionate all’interno della tenuta presidenziale. 

Abbiamo rivolto un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché sospenda le procedure di vendita all’asta degli 852 cinghiali, dando seguito alla proposta, approvata da tutti i gruppi politici presenti nella Commissione agricoltura del Senato, che mira a ripristinare la popolazione di cinghiale originaria del nostro Paese, portata all’estinzione dalle continue immissioni effettuate negli scorsi anni dai cacciatori, con cinghiali importati dai Paesi dell’est Europa, molto più prolifici e grandi di quelli autoctoni

Lo schema di risoluzione relativo all’affare assegnato n.337 “Affare sui danni causati all'agricoltura dall'eccessiva presenza della fauna selvatica” riporta infatti tra gli impegni richiesti al Governo, anche la proposta di “attivare un progetto di reintroduzione del cinghiale maremmano più piccolo e meno prolifico attraverso prelievi di esemplari presenti nella Tenuta presidenziale di Castelporziano, Parco del Circeo e Tenuta di San Rossore".