E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del 27 ottobre scorso relativo al “Piano di gestione nazionale della nutria (Myocastor coypus)” che diventa così pienamente operativo su tutto il territorio nazionale.
Fin dal 2018, la LAV ha fornito al Ministero dell’Ambiente, allora guidato dal Ministro Costa, numerose osservazioni e critiche per rimuovere dal Piano il ricorso ai metodi cruenti e letali. Ma nella versione divenuta definitiva, nonostante il cambio del nome di Ministro e ministero, nessuna delle nostre proposte è stata recepita.
Le nutrie continueranno quindi a essere catturate con le gabbie trappola per poi essere avviate alle camere a gas, oppure uccise direttamente da cacciatori o altri soggetti appositamente formati.
Le sterilizzazioni sono liquidate da ISPRA come “alternativa gestionale non applicabile al caso in esame”, nonostante i numerosi casi di successo che hanno visto protagoniste le sedi LAV impegnate in progetti localizzati di controllo numerico delle nutrie che hanno consentito di salvare la vita a centinaia di animali. Anche l’utilizzo del vaccino immunocontraccettivo che pur sembra “offrire le migliori prospettive per la gestione delle popolazioni di animali selvatici” viene accantonato perché “considerato in una fase sperimentale di sviluppo”.
Viene così disposto che tutte le Regioni devono predisporre un piano di gestione che determinerà un vero e proprio massacro a livello nazionale. Centinaia di migliaia di nutrie ogni anno continueranno a essere uccise nonostante la loro presenza sul territorio sia di esclusiva responsabilità di tutti coloro che per decenni si sono arricchiti sugli animali sfruttando la loro pelliccia.