E’ noto: vivere con un animale domestico è un’esperienza appagante, ha effetti positivi sull’umore, facilita la socializzazione ed è di aiuto per la salute.
Non era invece noto che attraverso la diffusione degli animali domestici nelle nostre case fosse possibile risparmiare quattro miliardi di euro di spese sanitarie. Il dato del Centro Studi SIC, Sanità in Cifre, è stato presentato in occasione del Coordinamento Interregionale degli aderenti e dei partecipanti di FederAnziani Senior Italia per il Sud, svoltosi nei giorni scorsi a Matera.
Un risparmio davvero notevole, calcolato alla luce della riduzione dei costi legati alla gestione di alcune delle principali patologie croniche quali diabete, patologie cardiovascolari e depressione, reso possibile grazie alla diffusione degli animali domestici, ha spiegato il Presidente di FederAnziani Senior Italia, Roberto Messina.
E sarebbe possibile risparmiare ancora di più attraverso l’adozione di un cane o di un gatto abbandonato, aggiungiamo noi.
Infatti, anche se un censimento ufficiale non esiste, è possibile stimare intorno ai 200 mila cani detenuti nei rifugi. Ciò, tradotto in termini di spesa pubblica, significa 200 milioni di euro all’anno, senza contare varie spese aggiuntive, che escono dalle casse dei Comuni - e quindi dei cittadini - per il solo mantenimento di questi animali sfortunati. La tariffa media per ogni cane in canile corrisponde infatti a circa 1.000 euro l’anno. Tale cifra, moltiplicata per la media di 7 anni di permanenza in canile, raggiunge pertanto i 7 mila euro per ciascun cane, dal suo ingresso nella struttura fino alla morte.
Risulta quindi evidente quanto la scelta di adottare di un animale abbandonato sia fondamentale per l’animale stesso, per la nostra salute ed equilibrio e per il risparmio della finanza pubblica, sia in termini di prevenzione per la salute dei cittadini, sia di lotta al randagismo.
Ilaria Innocenti
Responsabile LAV Cani e Gatti