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Rapporto Zoomafia 2023: la zoomafia va in Commisisone

Ogni giorno 25 nuovi fascicoli per reati contro gli animali e 13 persone denunciate.

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Ultimo aggiornamento

lunedì 30 ottobre 2023

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La zoomafia va in commissione

E chi se lo aspettava quando, nella seconda metà degli anni Novanta, coniai la parola e il concetto di zoomafia.

Chi si aspettava che un giorno una Commissione parlamentare d’inchiesta avrebbe avuto l’incarico di indagare sul fenomeno.

È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge 10 maggio 2023, n. 53Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari che affida alla Commissione, tra i compiti, anche di “indagare sulle attività illecite legate al fenomeno delle cosiddette «zoomafie» e verificare la corretta applicazione del titolo IX-bis del libro secondo del Codice penale”.

Non possiamo che definirlo un provvedimento storico: per la prima volta una Commissione parlamentare, che ha gli stessi poteri di indagine propri dell’autorità giudiziaria, indagherà sulla zoomafia e sulle attività illecite a danno di animali.

Un’azione di cultura si può definire positiva e riuscita se è capace di far breccia nel costume e nelle condotte culturali.

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Grazie al nostro lavoro, la parola “zoomafia” , quindici anni fa, ha fatto capolino nel dizionario della lingua italiana. Infatti, nell’edizione del 2008 del vocabolario italiano della Zanichelli, lo Zingarelli, compare per la prima volta la parola “ zoomafia ”: “settore della mafia che gestisce attività illegali legate al traffico o allo sfruttamento degli animali”. “Il Grande Italiano” di Aldo Gabrielli, invece, dava questa definizione di zoomafia : “Organizzazione criminale che trae profitto dal controllo di attività illegali che hanno al centro gli animali, quali corse clandestine, traffico di specie esotiche e sim.” Ma il varo del lemma zoomafia risale al 1996, quando lo coniai.

Il concetto moderno di cultura può essere inteso come quel bagaglio di conoscenze ritenute fondamentali e che vengono trasmesse di generazione in generazione. Arricchire la lingua di un Paese con una nuova parola significa aprire nuovi orizzonti concettuali.

Motivo di orgoglio personale e professionale al quale si aggiunge, ora, quello per la Commissione parlamentare d’inchiesta. Nel 1999 fondai l’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV, una struttura unica nel suo genere, finalizzata all’analisi dello sfruttamento degli animali da parte delle organizzazioni criminali.

Ma in definitiva, cosa intendiamo con la parola zoomafia? Nel creare questo lemma intendevamo significare “lo sfruttamento degli animali per ragioni economiche, di controllo sociale, di dominio territoriale, da parte di persone, singole o associate, appartenenti a cosche mafiose o a clan camorristici. Con questo neologismo, però, indichiamo anche la nascita e lo sviluppo di un mondo delinquenziale diverso, ma parallelo e contiguo a quello mafioso, di una nuova forma di criminalità che, pur gravitando nell’universo mafioso e sviluppandosi dallo stesso humus socio-culturale, trova come motivo di nascita, aggregazione e crescita l’uso di animali per attività economico-criminali”, questa la nostra definizione.

I traffici legati allo sfruttamento degli animali, come denunciamo da un quarto di secolo ormai, rappresentano un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco. A livello internazionale, la criminalità organizzata dedita ai vari traffici a danno degli animali si distingue per la sua capacità di agire su scala internazionale, per il suo orientamento al business, per la capacità di massimizzare il profitto riducendo il rischio. Tali traffici sono il simbolo, al pari delle altre mafie, della società globalizzata.

Possiamo individuare, così come emerge dall’analisi dell’ultimo Rapporto Zoomafia (2023), gli interessi della criminalità organizzata in senso stretto, acclarati da indagini ed esiti investigativi, nei seguenti filoni: corse clandestine di cavalli, illegalità nell’ippica, scommesse clandestine e controllo dei centri di raccolta scommesse anche on-line, mercato del pesce, abigeato, macellazione clandestina e controllo dei pa- scoli. A queste condotte delinquenziali consolidate, si associano altre non codificate a sistema, ma che sono emerse in inchieste e denunce a carico di singoli esponenti delle consorterie mafiose o di loro sodali, come il traffico di cuccioli, il bracconaggio in alcuni territori, alcune tipologie di traffico di fauna selvatica, il traffico clandestino di armi da caccia di frodo in alcune zone, il controllo di singoli rifugi per cani e relativo accaparramento delle convezioni pubbliche, i combattimenti tra cani, la pesca di frodo, la raccolta e l’allevamento illegale di mitili. C’è da dire che, al netto della distinzione tra criminalità organizzata e criminalità comune, tutte le forme di “maltrattamento organizzato” sono realizzate attraverso gruppi strutturati e, sovente, vere e proprie associazioni per delinquere.


Articolo originariamente pubblicato su: 
Impronte - Magazine LAV
Ottobre 2023