Uno studio di AAP evidenzia i traumi sofferti dagli animali sfruttati negli spettacoli circensi. Intanto l’Italia ha rimandato al 2024 la legge delega per il riordino dello spettacolo, che include anche i circhi, ma attende almeno la pubblicazione della lista negativa.
Attualmente, 25 dei 27 Stati membri dell'UE hanno adottato restrizioni a livello nazionale sull'uso di animali selvatici nei circhi, ma solo 3 hanno vietato l'uso di tutti gli animali, sia esotici che domestici; mentre 8 Stati membri dell'UE hanno vietato l'uso solo di alcune specie di animali. In Italia, intanto, la legge delega per il riordino dello spettacolo, che include anche i circhi, è slittata invece al 2024.
LAV ha chiesto al Ministro Sangiuliano di non aspettare la scadenza fissata ad agosto 2024 per presentare la legge, in quanto il testo è già pronto dalla Legislatura precedente. Inoltre, dallo scorso anno esiste una legge (135/22) che vieta già ai circensi di prelevare dall’ambiente naturale e far riprodurre le specie esotiche.
Attendiamo entro il 27 marzo una lista negativa prevista dalla succitata legge 135, che stabilisca quali specie non potranno essere detenute, perché pericolose per l’incolumità, salute pubblica e biodiversità. Anche per i circhi, a partire dalla data indicata sarà, pertanto, vietata ogni nuova acquisizione e, per quelli già detenuti, dovrà essere garantito il divieto di riproduzione, pena l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda da 20000 euro a 150000 euro.
Ma bisogna agire senza indugi per dismettere tutti i circa 2.000 animali ancora nei circhi nostrani. Un primato abbastanza triste, se si legge congiuntamente ai dati che i nostri colleghi ed amici dell’Organizzazione olandese Stichting AAP hanno pubblicato un paio di settimane fa sulle condizioni psico-fisiche degli animali salvati dai circhi tra il 2015 e il 2021, provenienti da Spagna, Francia, Polonia e Germania.
AAP ha due centri di recupero, uno in Spagna ed uno in Olanda, dove da 50 anni recuperano, ospitano e, dove possibile, rimettono in natura la fauna selvatica. LAV si è avvalsa anche del supporto di AAP nella realizzazione ed estensione di TERRA LAV, il nostro nuovo centro di recupero che nascerà dall’ampliamento del centro Animanatura Wild Sanctuary di Semproniano, dove già negli anni abbiamo salvato animali dai circhi, dai laboratori, o attraverso sequestri a privati per altre forme di sfruttamento.
I dati quindi di AAP non fanno altro che rinforzare il nostro desiderio di ampliare TERRA LAV per aiutare quanti più animali possibile. Nella relazione emerge una fotografia avvilente e confirmatoria di quanto i circhi con animali debbano cessare di esistere: dei 73 animali, l'89% degli animali soffriva di traumi mentali o fisici e sfortunatamente per 3 di loro si è dovuto procedere ad eutanasia in seguito al loro arrivo nelle strutture di AAP, a causa dei numerosi ed irreversibili traumi subiti; in generale è emerso che 8 animali su 10 soffrivano di problemi veterinari o comportamentali multipli.
Lo stato di salute estremamente precario in cui lo staff di AAP ha trovato gli animali rappresenta un segnale lampante del fatto che le ispezioni veterinarie sono effettuate in modo superficiale, o non vengono effettuate affatto, mentre gli animali sono impiegati nei circhi. Inoltre, non esistono controlli veterinari specifichi per gli animali che vengono costantemente trasportati all’interno dei paesi dell’Unione aumentando i rischi di potenziali zoonosi. Solitamente i controlli ad animali detenuti nei circhi consistono nel verificare se l'animale mostri sintomi di malattia, nonostante notoriamente possano essere vettori sani di determinate zoonosi.
Non solo esistono motivazioni etiche per cui gli spettacoli dovrebbero svolgersi solo fra i fili degli acrobati e fra artisti umani retribuiti e consenzienti, ma ne esistono anche altri di natura psico-somatica che non possono e non devono essere trascurati. Fra tutti la frequenza e la natura del trasporto degli animali nel circo, la mancanza di ambienti termoregolati e arricchiti adatti alla specie, la mancanza o scarsità di cure veterinarie specializzate e di screening dei patogeni e le procedure di mutilazione per rimozione di artigli, denti o ghiandole.
L’Unione europea, i suoi paesi membri, il nostro Paese, non possono continuare a nascondersi dietro un’idea di “tradizione del circo”, che oltretutto si è mostrato essere altamente diseducativo per i bambini, come riconosciuto anche da numerosi psicologi italiani già nel 2016, definendo questi contesti, lungi dal permettere ed incentivare la conoscenza per la realtà animale, come un “veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi, che inducono al disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolando lo sviluppo dell’empatia, che è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra alla pena, al disagio, all’ingiustizia”.