Sono fra i 12 e i 18 gli eurodeputati eletti firmatari degli impegni proposti dalla Coalizione che abbiamo formato con altre 10 associazioni.
Un nuovo sondaggio realizzato per la campagna “Vote for Animals” mostra che per l’85% degli italiani la politica dovrebbe fare di più per gli animali e che il 57% degli elettori preferisce votare per candidati/e che hanno a cuore la tutela degli animali.
Altissima, 82%, anche la percentuale degli attenti ai temi animalisti fra gli indecisi e coloro che a oggi si dichiarano astenuti e che quindi potrebbero tornare al voto.
È schiacciante la maggioranza degli italiani che vuole maggiori tutele per tutti gli animali, compresi quelli allevati a scopo alimentare e un italiano su due darebbe la preferenza a candidati/e che abbiano a cuore questi obiettivi.
Secondo l’ultimo sondaggio realizzato da Youtrend/Quorum per LAV, Essere Animali, Animal Law Italia, CIWF Italia e le altre 7 principali associazioni nazionali per la difesa degli animali che aderiscono alla campagna “Vote for Animals - Ancheglianimalivotano” l’85% degli elettori italiani si dichiara interessato alla tutela degli animali, con picchi dell’88% tra gli elettori di Fratelli d’Italia, del 90% tra gli elettori di PD e del 91% degli elettori del Movimento 5 Stelle, fino al 97% di Alleanza Verdi Sinistra.
Tra chi si dimostra concretamente interessato alle varie tematiche che riguardano la tutela degli animali, quasi uno su cinque (18%) alle Europee vorrebbe esprimere una preferenza per un candidato che metta espressamente al centro del suo programma questo tema. Molti elettori di questo tipo si trovano davanti una politica che fino ad oggi non ha soddisfatto le loro esigenze: l'83% di loro, infatti, è d'accordo con l'affermazione "i partiti non rappresentano la mia sensibilità verso gli animali”.
Gli italiani e le italiane che hanno a cuore la salvaguardia degli animali sono una maggioranza schiacciante all'interno di tutti i segmenti demografici: uomini e donne, giovani e anziani, elettori di destra, di centro e di sinistra. In tema di preferenze, gli elettori che hanno manifestato un interesse per la difesa degli animali performano ancora meglio della media nazionale (54%), con un 24% che afferma che sicuramente esprime una preferenza e un 36% che probabilmente lo farà, per un totale di 60%.
Sui temi specifici gli italiani chiedono maggiori tutele, senza distinzioni tra animali. Il 76% di tutti gli elettori vuole l’eliminazione di pratiche crudeli negli allevamenti, mentre il 63% vuole restrizioni anche a livello UE sulla produzione e commercializzazione di pellicce. Il 73% chiede standard minimi chiari per tracciabilità, allevamento e cessione di cani e gatti e il 70% vuole maggiori protezioni per la fauna selvatica.
I dati che abbiamo rilevato parlano chiaro. Gli italiani sono un popolo che ama gli animali e ha a cuore il tema della loro tutela. A differenza di molti altri temi che indaghiamo regolarmente, quando si parla di tutela degli animali, in tutte le sue declinazioni, riscontriamo una condivisione elevatissima, che va oltre le differenze anagrafiche e politiche. È sicuramente un tema difficile da ignorare per chi fa politica e deve rappresentare – e intercettare – il consenso degli elettori.
Con la campagna Vote for Animals in Italia diamo voce a milioni di italiani e italiane che chiedono di più per gli animali e che si aspettano candidati e candidate che faranno la propria parte anche in Europa. Le elezioni europee di giugno sono un’opportunità unica per tutti i partiti italiani per mostrare al proprio elettorato che lavoreranno anche in questa direzione, prendendo impegni concreti come quelli proposti dalla nostra coalizione. Chiediamo a tutti i partiti, candidati e candidate di aderire ai nostri 10 punti programmatici e di lavorare in Europa per un mondo con più diritti per tutti gli animali, per l’ambiente e per la nostra salute concretizzando così davvero il principio One Health.
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Nota metodologica:
Sondaggio svolto con metodologia CATI, CAMI e CAWI tra il 4 e il 9 Aprile 2024 su un campione di 1500 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagati per quote di genere ed età incrociate, stratificate per titolo di studio. Il margine d’errore è del +/- 2,5% con un intervallo di confidenza del 95%