Il 23 marzo Italia e Cina hanno siglato accordi economici per miliardi di Euro, e tra questi non potevano mancare accordi relativi al commercio di carne. L’Italia potrà esportare carne di suino congelata nel mercato più grande del Pianeta ed ampliare così il proprio numero di vite allevate e uccise.
Un accordo promosso come una grande opportunità per il settore, che si rileverà essere, invece, l'ennesimo grande sfruttamento di vite animali e un immenso saccheggio di acqua, territorio e ambiente, e fonte di inquinamento del nostro bellissimo Paese.
Siamo un Paese che alleva e uccide oltre 11 milioni di suini per la produzione nazionale e importiamo diversi milioni di animali perché, per fortuna, non abbiamo abbastanza allevamenti per il consumo interno. Nonostante questo le condizioni di vita di milioni di suini, documentate dalle nostre investigazioni, sono vergognose e inaccettabili.
Ed ora ci impegniamo ad esportare verso la Cina: quanti altri animali vedremo soffrire e quanti allevamenti lager vedremo crescere in nome di questo accordo?
Quanti liquami dovranno scorrere e contaminare le falde acquifere del nostro Paese, come se la presenza di nitrati e altri inquinanti non fosse già abbastanza, al punto che l’acqua in alcune zone ad alta intensità di allevamenti non è nemmeno potabile per il consumo umano?
Chi pagherà per questo scempio ambientale, per questo saccheggio di vite e risorse dell’ambiente?
Non certo le grandi aziende proprietarie degli allevamenti, che nel breve periodo incasseranno utili sulla pelle degli animali, e del nostro Paese.
Sempre più Istituti scientifici affermano che dobbiamo drasticamente rivedere gli allevamenti ed il sistema della produzione industriale zootecnica, ma il nostro Governo va esattamente nella direzione opposta, come hanno fatto sempre tutti i Governi finora.
La Via della seta non sarà una manna per il nostro Paese ed i suoi animali, ma l’ennesimo sacrifico di vite animali e un ulteriore impoverimento del Paese in cui viviamo.
Roberto Bennati
Vicepresidente LAV