Decisione che rappresenta una speranza di poter tutelare realmente la fauna selvatica.
Dopo che il TAR Abruzzo non aveva accolto il ricorso contro la delibera della Giunta Marsilio, noi di LAV, insieme a LNDC Animal Protection e WWF ci siamo rivolti al massimo grado della giustizia amministrativa, il Consiglio di Stato, e abbiamo ottenuto la sospensione del provvedimento dell'amministrazione regionale fino alla discussione in camera di consiglio che si terrà giovedì 7 novembre.
È impensabile continuare a giustificare la caccia come soluzione che possa favorire la convivenza fra i cittadini e gli animali selvatici. Il nostro obiettivo deve essere quello di cercare alternative più rispettose per l'ambiente e per gli animali stessi. La caccia ai cervi rappresenta una soluzione di comodo che ignora le possibili alternative non violente, a favore della lobby venatoria.
Con le altre associazioni sottolineiamo come, oltre agli ovvi danni causati alla popolazione di cervi, la caccia rischi di creare squilibri ecologici importanti in ecosistemi già fragili. L'eliminazione di esemplari adulti e cuccioli potrebbe avere ripercussioni sulle dinamiche di crescita e riproduzione della specie, con potenziali conseguenze a lungo termine sulla biodiversità locale.
La decisione di sospendere la caccia, quindi, non è solo una vittoria per gli animali, ma un passo nella direzione di un approccio più scientifico e responsabile alla gestione della fauna selvatica.
Andremo davanti al Consiglio di Stato per portare le nostre ragioni nella speranza di ottenere uno stop definitivo a questa follia.
Ribadiamo l'importanza di considerare gli animali selvatici non come risorse da sfruttare, ma come parte integrante del nostro patrimonio naturale, che va tutelato e rispettato. Non possiamo permettere che l'interesse di pochi prevalga sulla salvaguardia della natura e degli animali che la abitano.
L'unica via è quella del rispetto e della convivenza pacifica.
Oggi sarebbero dovuti partire gli abbattimenti, ma la Regione e gli ATC non sono stati in grado di chiudere correttamente la procedura di autorizzazione, dimostrando una evidente incapacità nel gestire questo tipo di provvedimenti. Una circostanza la dice lunga sul grado di preparazione del settore regionale a cui il Presidente Marco Marsilio ha voluto affidare il destino di 469 cervi e più in generale la fauna selvatica abruzzese.
Continuiamo a chiedere alla Regione di tornare indietro!
Marsilio deve prendere atto che non ci sono né i motivi,
né – a questo punto – le condizioni tecnico-procedurali per consentire ai
cacciatori di uccidere quasi 500 cervi. Farebbe sicuramente una più bella
figura bloccando questa strage e avviando un confronto serio libero dagli
obblighi che evidentemente ha assunto con i cacciatori nella recente campagna
elettorale.
Da parte nostra, come abbiamo detto fin dall'inizio, continueremo la nostra campagna per impedire che l'Abruzzo da regione dei parchi diventi la regione delle doppiette.