Lo spostamento di 52 animali in oasi protette è la prova che l’alternativa al piombo c’era.
Le Associazioni LAV e WWF rilanciano la proposta di ampliare quanto prima la superfice del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano all’intera isola del Giglio.
Attualmente solo metà dell’Isola è ricompresa nell’area protetta nazionale ed è insostenibile continuare a mantenere a ridosso dei confini del Parco attività umane che finiscono per arrecare danni o disturbo alla biodiversità tutelata. Prima fra tutte, l’attività venatoria che è consentita nella metà dell’Isola ad oggi ancora esterna al Parco.
Continuando con questa assurda divisione di un territorio che presenta le medesime condizioni e valenze, si rischia di vanificare la funzione primaria del Parco nazionale che è proprio la conservazione del patrimonio naturale. Al tempo stesso si rinuncia alle tante opportunità che un’area naturale protetta di valenza nazionale offre anche in termini di marketing e promozione territoriale.
Allo stesso tempo, il mantenimento della caccia rappresenta un limite alle operazioni di cattura dei mufloni che, grazie ad un accordo tra LAV, WWF e Parco, sta consentendo di superare l’originario obiettivo del loro abbattimento secondo quanto previsto dal Progetto LIFE LETS GO GIGLIO sull’eradicazione delle specie aliene.
Ad oggi l’operazione di cattura sta producendo i risultati sperati e circa 50 esemplari sono già stati trasferiti dall’Isola del Giglio in altre aree naturali selezionate e assolutamente idonee ad ospitare gli animali: qui i mufloni del Giglio potranno continuare a vivere tranquillamente senza in ambienti più adatti.
Le Associazioni LAV e WWF, quindi, fanno appello alla Regione Toscana affinché sospenda immediatamente la caccia nella parte dell’Isola esterna al Parco nelle more che si possano verificare, con il coinvolgimento dei cittadini dell’Isola del Giglio, di esperti naturalisti e portatori di interesse, la fattibilità di una proposta di ampliamento del Parco.
Chi ha veramente a cuore le sorti dei mufloni e di tutti gli altri animali dell’Isola non potrà che convenire sulla proposta di aumentare l’area naturale protetta, adottando atteggiamenti responsabili e costruttivi proprio al fine di garantire il benessere degli animali. Del resto in tutta Italia sarà necessario procedere all’aumento della superfice di territorio naturale protetto al fine di rispettare gli obblighi europei che lo Stato Italiano ha accettato e che sono finalizzati ad avere almeno il 30% di territorio protetto entro il 2030.