La transizione ecologica verso una moda sostenibile inizia dall'abbandono dei materiali di origine animale (come pellicce, piume, pelli, seta, lana e altri filati) in favore di alternative etiche e animal free.
Per ogni tipologia di Animal Derived Material esistono numerose alternative di nuova generazione. Si tratta dei Next-Gen Materials, e ricorrono ad una varietà di approcci di biomimetica per replicare sia l'estetica che le prestazioni dei materiali di origine animale.
Questi prodotti di nuova generazione derivano completamente da materia vegetale vergine o di scarto. Per semplicità in questa categoria sono inclusi anche i funghi (corpo fruttifero) e le alghe, anche se non sono piante.
La struttura di questi materiali è simile a una radice di alcune specie fungine.
Per ottenere questi materiali viene utilizzata l’ingegneria tissutale, grazie alla quale è possibile coltivare cellule animali in laboratorio senza dover ricorrere a substrati di origine animale (come il SFB, siero fetale bovino).
L’approccio utilizzato per creare questi materiali è quello dell’ingegneria cellulare, che varia dalla coltivazione cellulare ai processi di fermentazione per produrre proteine e biopolimeri.
Materiali di nuova generazione che utilizzano plastica riciclata, materie prime tessili riciclate non di origine animale o polveri di pietre o minerali.
I materiali misti di nuova generazione sono soluzioni completamente animal free, create miscelando i componenti delle categorie precedenti.
Anche noi, come consumatori, possiamo ogni giorno schierarci dalla parte degli animali acquistando e indossando capi d'abbigliamento e accessori realizzati con materiali animal free.
SCOPRI QUALI SONO I MATERIALI ALTERNATIVI SOSTENIBILI E ANIMAL FREE
L'industria dei Next-Gen Materials è in continua evoluzione, riportiamo solo alcuni dei tanti materiali oggi già disponibili e che brand e i consumatori possono scegliere.
Questa lista è realizzata grazie a Material Innovation Initiative (i materiali elencati sono classificati in base all'input principale maggiore del 50%).
Gli investigatori hanno documentato, grazie alla realizzazione di riprese aeree, l'abbattimento dei 3000 visoni presenti nell'allevamento situato a Villa del Conte (PD), focolaio di coronavirus. Questo provvedimento e la sofferenza di migliaia di animali sono la riprova dell’urgenza della chiusura degli allevamenti di visoni in Italia.