Da oltre 40 anni ci battiamo per fare sì che gli allevamenti di pellicce vengano chiusi per sempre. Siamo scesi in piazza, abbiamo lottato, fatto presentare proposte di Legge, chiesto al Governo di ascoltare la nostra voce e nel 2020 finalmente un grande passo è stato compiuto.
Siamo riusciti a far chiudere temporaneamente gli allevamenti per via dell’emergenza Covid-19, fino al 31 dicembre 2021. Grazie alle nostre pressioni abbiamo evitato quindi che circa 40.000 cuccioli di visone venissero al mondo per poi… essere uccisi
Entra in vigore il divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce. In Italia nessun animale può essere allevato, per poi essere ucciso per la sua pelliccia.
Con il voto di fiducia dell’Aula del Senato al maxiemendamento del Governo al Disegno di Legge di Bilancio 2022, finalmente è ufficiale: l’articolo 1 commi 980-981-982-983-984 decreta la fine dell’allevamento e dell’uccisione degli animali per pellicce in Italia!
A settembre abbiamo lanciato la campagna #VoceaiVisoni, proseguimento di #EmergenzaVisoni, sostenuta da decine di migliaia di italiani che hanno firmato la nuova petizione per chiedere la definitiva chiusura degli allevamenti di pellicce in Italia, raggiungendo quasi 50.000 firme in meno di due mesi. Abbiamo documentato l'abbattimento dei 3.000 visoni presenti nel secondo allevamento focolaio (di Padova) e intercettato a febbraio; abbiamo fatto presentare emendamenti, ai Decreti con misure anti-Covid prima ed alla Legge di bilancio poi, per accompagnare alla definitiva dismissione gli ultimi 5 allevamenti italiani di visoni e vietare, per sempre, l'allevamento di animali per la produzione di pellicce in Italia.
Abbiamo scoperto e dato notizia del primo allevamento italiano di visoni focolaio del coronavirus (Capralba, Cremona), e lanciato la campagna #EmergenzaVisoni. Nei mesi successivi abbiamo documentato violazioni in allevamenti italiani alle norme di biosicurezza finalizzate ad evitare l'introduzione del coronavirus in questi allevamenti (a Cremona, Brescia, Padova), pubblicato il rapporto Fashion Spillover, ottenuto uno screening diagnostico obbligatorio (dato che da subito era emerso che i visoni sono prevalentemente asintomatici nella infezione da SARS-CoV-2); ottenuto un divieto (temporaneo) di riproduzione sino al 28 febbraio 2021 e la sua proroga a tutto il 2021, evitando così la nascita di 40mila cuccioli di visone altrimenti destinati a diventare pellicce; abbiamo ottenuto in sede di Consiglio Europeo dell'Agricoltura (AGRIFISH del 28 giugno 2021) l'impegno formale dell'Italia per un divieto europeo agli allevamenti di pellicce.
LAV con EssereAnimali lancia #salvavisoni, mobilitazione nazionale per chiedere al Parlamento l'approvazione della proposta di legge per la chiusura degli ultimi 20 allevamenti di visoni ancora attivi in Italia.
LAV torna in piazza con la campagna “Proviamo il visone” per chiedere il divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce, e il sostegno alla nuova Pdl LAV, prima firmataria ancora la Sen. Amati
LAV lancia una nuova Campagna contro l'allevamento degli animali per la produzione di pellicce, con una petizione a sostegno della Proposta di Legge LAV di divieto di allevamento, presentata dalla Senatrice Amati. La senatrice Silvana Amati, che è la prima firmataria della nostra proposta di legge.
L'Italia, primo Paese nell'Unione Europea, vieta l'import di pelli di foca: una mattanza che coinvolge 300.000 animali l'anno, documentata e denunciata pubblicamente dalla LAV negli anni precedenti. Il divieto è stato esteso a tutta Europa nel 2010.
LAV lancia la campagna e il sito “nonlosapevo.com” che svela gli orrori del mercato delle pellicce in Cina.
L'Italia è il primo Paese UE a vietare le importazioni di pellicce di cani e gatti. Abbiamo così chiuso le frontiere al possibile ingresso di molti milioni di pellicce ricavate da cani e gatti uccisi nei paesi asiatici. Il divieto è stato esteso a tutti i Paesi dell'Unione europea nel 2009.
LAV occupa il primo allevamento di animali per pellicce.