Continua la battaglia contro l'insediamento di un allevamento di visoni a Villadose (Rovigo). Dopo la manifestazione dell'ottobre scorso le associazioni Essere Animali e LAV, assieme ad alcuni cittadini del comitato di Villadose, hanno depositato un ricorso al TAR del Veneto contro il Comune di Villadose e la Regione Veneto e nei confronti dell'azienda agricola che ha inizialmente richiesto la conversione dell'allevamento da bovini a visoni, e dell'impresa che lo ha poi rilevato.
"La conversione da allevamento di bovini ad allevamento di visoni è un altro punto su cui abbiamo sollevato ipotesi di presunta illegittimità. Anche supponendo che abbia senso parlare di nesso funzionale, il Dipartimento Igiene e Sanità Pubblica dell'ULSS 18 ha sottolineato che questo deve essere mantenuto anche qualora la gestione dell'allevamento passi ad un'altra azienda, come è appunto successo. Ma non ci risulta che il Comune, che ha assentito alla conversione, abbia, almeno sinora e per quanto a nostra conoscenza, proceduto a questa verifica, così come non ci risulta che la nuova impresa abbia acquistato i terreni su cui poter valutare la capacità di godere del nesso funzionale", dichiarano le associazioni.
Ma vi sono anche altre presunte violazioni. Non è stata data comunicazione di avviamento di industria insalubre, così come previsto dal D.M. Sanità del 05.09.1994 per gli allevamenti di animali e richiesto sia dall'ULSS 18 - UOC Igiene, sia dall'Ufficio Tecnico comunale.
"L'amministrazione comunale si è accontentata di risposte evasive, anche per lo stoccaggio degli effluenti di allevamento, di cui non viene precisato l'utilizzo né fornite informazioni sufficienti a verificare l'idoneità della concimaia utilizzata per raccogliere le deiezioni. Vi sono a nostro avviso anche incongruenze sulla localizzazione dell'intervento, che riguarderebbe anche un'area interessata da vincolo idraulico. Inoltre, nonostante vi fosse un accertamento di compatibilità paesaggistica ancora in corso, il Comune ha ritenuto concluso il procedimento di verifica dando il via all'attività di allevamento”, affermano le associazioni.
foto Jo-Anne Mc Arthur