La Corte di appello di Trieste ha confermato oggi la condanna a 5 mesi di reclusione e al pagamento di 3.500 euro di multa a carico di un commerciante campano poiché, in qualità di titolare di un’azienda di Aversa (Caserta), aveva incaricato due persone, condannate in primo grado nell’ambito del medesimo processo a 6 e 4 mesi di reclusione, di provvedere al ritiro di 272 cani provenienti dall’Ungheria e diretti alla propria azienda.
I fatti risalgono al febbraio 2012 quando il Nucleo di Polizia Tributaria di Trieste intercettò un automezzo a bordo del quale erano presenti 272 cuccioli.
I giovanissimi animali, molti dei quali di età inferiore a quella consentita per il trasporto in Italia e/o sprovvisti della necessaria vaccinazione antirabbica, viaggiavano in condizioni di sovraffollamento, in gabbie sottodimensionate (in particolare un alano e bulldog), su un mezzo con ventilazione insufficiente, con sistemi di abbeveraggio non funzionanti.
E’ una sentenza importante in uno dei più grossi processi sul traffico di cuccioli in Italia dall’approvazione della L. 201/2010, fortemente voluta dalla nostra associazione, riconosciuta parte civile nel procedimento.
In primo grado furono condannate sette persone, tra commercianti e trasportatori, per i reati di traffico illecito di animali da compagnia, detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, uccisione di animali e falso. Il un maxiprocesso aveva coinvolto ben 876 cuccioli di cane sequestrati nell’ambito tre distinti controlli tra il febbraio e il maggio 2012, provenienti dall’Ungheria, e solo uno dei condannati aveva presentato l’appello poi rigettato oggi dalla Corte di appello di Trieste.
“Il traffico dei cuccioli ha gravissime ripercussioni sulla salute e il benessere degli animali coinvolti. Molti di loro vedono la luce in situazioni drammatiche, affrontano viaggi anche di 20 ore, e spesso sono a rischio di contrarre malattie – dichiara Ilaria Innocenti, responsabile LAV Area Animali Familiari – Il modo più efficace per fermare il malaffare e la sofferenza degli animali coinvolti, comprese le madri costrette a continue gravidanze, è scegliere di non sostenere la mercificazione della vita, preferendo l’adozione di un cane o di un gatto abbandonato, invece dell'acquisto”.
La LAV ringrazia l’avvocato Maddalena Bosio del Foro di Udine per il grande impegno e l’assistenza fornita nella vicenda.