La LAV si è costituita parte civile nel processo che si è aperto ieri presso il Tribunale di Udine a carico di otto persone, tra cui i titolari di due allevamenti, a Pocenia e a Remanzacco (Udine), e il titolare di un negozio di vendita di animali di Maniago (Pordenone).
Cinque i rinvii a giudizio: gli imputati dovranno rispondere del reato di traffico illecito di animali da compagnia per aver introdotto, trasportato, ceduto e acquistato cuccioli di cane di varie razze provenienti dall’Ungheria privi di identificazione e della necessaria documentazione sanitaria, e spesso di età inferiore alle 12 settimane.
“Si tratta di un caso decisamente importante, sia per il numero degli imputati coinvolti sia perché da un lato mostra le dinamiche del malaffare che si nascondono dietro la tratta dei cuccioli e dall’altro le tante sofferenze cui sono sottoposti questi animali durante il trasporto e prima della vendita. Sofferenze che ne possono causare anche la morte, come nel caso del bulldog inglese introdotto dall’Ungheria che secondo l’accusa avrebbe contratto la parvovirosi a causa delle condizioni di viaggio e di detenzione, che avrebbero concorso o determinato a concorrere l’insorgenza della patologia stessa.” – dichiara Ilaria Innocenti, responsabile Area Animali Familiari LAV e autrice con la giornalista Macri Puricelli del libro “La fabbrica dei cuccioli. Fermiamo il traffico internazionale: l’amore non si compra”.
La LAV ringrazia il Corpo Forestale dello Stato del Friuli Venezia Giulia per le indagini e le operazioni che hanno permesso questo importante processo e l’avvocato Maddalena Bosio del foro di Udine per l’assistenza legale fornita.