La Corte di Cassazione ha confermato la pena a tre anni di reclusione per maltrattamento di animali, falso e frode nell’esercizio del commercio, a carico del titolare di un centro cinofilo dell’hinterland milanese. La LAV si era costituita parte civile nel procedimento.
“Siamo molto soddisfatti della sentenza della Suprema Corte – dichiara Ilaria Innocenti, responsabile nazionale dell’Area Animali LAV – Il traffico dei cuccioli, oltre al carico di sofferenza per i giovanissimi animali coinvolti e le loro madri, rappresenta un’attività criminosa ancora diffusa in Italia che deve essere adeguatamente punita e contrastata”.
I fatti risalgono al 2009 quando con un blitz gli agenti del Corpo Forestale dello Stato di Milano e Brescia, insieme al nucleo investigativo ambientale, sequestrarono 112 cagnolini all’interno di una cascina nella campagna milanese.
“Nei Paesi di origine i cuccioli vengono comprati per pochi euro. La mortalità è alta: si stima che sia intorno al 50% tra il trasporto e dopo l’arrivo in Italia. Un dato che lascia sgomenti e che deve far riflettere su come per mettere fine alla tratta dei cuccioli il cittadino abbia un ruolo fondamentale scegliendo l’adozione da un canile all’acquisto”, conclude Ilaria Innocenti.
La LAV ringrazia l’avvocato Roberto Rota del Foro di Lodi per l’assistenza fornita in questo importante e delicato caso.