I test tossicologici possono essere svolti con successo usando colture cellulari in vitro anziché animali: lo conferma il lavoro di Ruili Huang, dell'Istituto nazionale per la salute Usa (Nih), pubblicato su Nature Communication, fatto analizzando i dati di Tox21, un vasto progetto americano nato per sviluppare metodi più efficienti per testare la pericolosità delle sostanze chimiche sull'uomo.
“L'uso degli animali a fini sperimentali, metodo mai validato scientificamente, ha permesso di immettere sul mercato centinaia di migliaia di sostanze tossiche come pesticidi, droghe, interferenti endocrini e inquinanti – commenta Michela Kuan, biologa, responsabile LAV Settore Vivisezione – I test tossicologici eseguiti su animali hanno un “costo” elevato sia in termini di vite animali che in termini monetari. I metodi di ricerca che non fanno uso di animali sono già la scienza del futuro e bisogna investire in questo settore per ragioni etiche, verso l'uomo e verso gli animali, e per preservare l'ambiente. Sul piano scientifico, in tossicologia come nello studio del cancro, non si conosce il valore predittivo per l’uomo dei test condotti su animali, basti pensare che la concordanza dei risultati tra ratti e topi è solo del 57%! La Sperimentazione animale ha il 92% di fallimento sull’uomo: ciò comporta una crescita vertiginosa dei costi per la ricerca".
Tra le altre novità nel campo delle alternative: "Mapping the human toxome" è il nuovo progetto, di cui il Prof. Thomas Hartung, tossicologo di fama internazionale (Direttore dell'Ecvam fino al 2009 e oggi Direttore del CAAT-Center for Alternatives to Animal Testing, USA) - relatore proprio questa mattina in un convegno sul tema organizzato dai Dipartimenti di Scienze Politiche e Scienze Biochimiche dell’Università La Sapienza di Roma - è Principal Investigator, con un path sviluppato con algoritmi informatici.