Le ha diffuse LAV e documentano gravi maltrattamenti, sovraffollamento di animali in uno spazio non idoneo, animali che presentano la mutilazione della coda (circostanza che evidenzia che tale pratica viene effettuata in forma routinaria in violazione della normativa); inoltre si evince che nessun materiale manipolabile è presente nelle aree di ingrasso.
Condizioni igieniche precarie, evidenza di infezioni e malattie anche in stadio avanzato non curate, presenza di animali deceduti lasciati all’interno o in prossimità dei capannoni nei quali sono allevati gli animali. L’allevamento farebbe parte del circuito di produzione del Prosciutto di Parma.
“Non sarebbe la prima volta che vengono documentate condizioni tremende negli allevamenti di suini per la produzione del prosciutto e queste nuove immagini confermano che anche la produzione che lavora sotto il disciplinare del prosciutto di Parma, che, infatti, non prevede specifici requisiti relativi al benessere degli animali nel proprio disciplinare, in realtà non determinano condizioni di vita migliori. – dichiara Roberto Bennati Vicepresidente LAV – Sono immagini che testimoniamo condizioni inaccettabili per qualsiasi consumatore. Il Consorzio del prosciutto di Parma spieghi ora queste condizioni e chiarisca, inoltre, ai propri consumatori perché vengono effettuate mutilazioni come la castrazione senza anestesia, il taglio della coda di routine e la limatura dei denti”.
Mettere fine al dolore di milioni di suini e fermare le loro mutilazioni: è questa la richiesta rivolta dalla LAV al Ministro della Salute Lorenzin nell’ambito della campagna europea #ENDPIGPAIN di Eurogroup for Animals, che attraverso il sito attivo in 15 Paesi UE, promuove una petizione rivolta ai competenti Ministri dei vari Paesi affinché aboliscano tutte le mutilazioni.
Nel nostro Paese milioni di maiali sono allevati in condizioni drammatiche. Secondo il Censimento Agricoltura ISTAT nel 2010 in Italia il 77% dei suini era allevato in stabilimenti con più di 2000 animali: oltre 7 milioni di suini in soli 1.187 stabilimenti, più della metà dei quali in Lombardia, mentre oltre l’84% dell’intera popolazione suina si concentra in Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto.
Mettiamo fine alle mutilazioni e ai maltrattamenti, sostieni con noi la campagna europea di Eurogroup for Animals, vai sul sito #ENDPIGPAIN e firma la petizione-appello al Ministro della Salute Lorenzin
Tutti possono contribuire subito a cambiare questa filiera produttiva scegliendo un’alimentazione libera da crudeltà, con i consigli di www.cambiamenu.it