Sono state rese pubbliche le statistiche riguardanti il numero di animali usati per fini sperimentali nel 2016, i dati sono stati raccolti secondo le modalità previste dalla Direttiva 2010/63/UE dal Ministero della Salute, recepita in Italia con il decreto legislativo n.26/2014 e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n.60 del 13 marzo 20181.
Il numero totale di animali è incredibilmente in aumento, nonostante i metodi alternativi siano indicati come prioritari sia nella legge nazionale che nel contesto scientifico e normativo europeo. Il numero delle cavie stabulate, utilizzate e uccise ogni anno nel nostro Paese, infatti, non solo non cala drasticamente, come ci si dovrebbe aspettare, ma addirittura aumenta, passando da 586.699 nel 2015 ai 611.707 sacrificati nel 2016.
Questi numeri già di per sé impressionanti sono, in realtà, fortemente sottostimati perché non tengono conto di molte categorie come gli animali usati già deceduti, gli invertebrati o le forme di vita non completamente sviluppate, in un calvario al termine del quale arriva la morte. Agghiacciante, inoltre, che 280.322 animali vengano sottoposti a procedure con categorie di dolore moderato o grave!
“Dobbiamo superare l’obsoleto vincolo del ricorso al modello animale, dando al nostro Paese lo slancio verso la ricerca del futuro, per motivazioni etiche e scientifiche, e rivolgendoci a una ricerca utile ed affidabile - afferma Michela Kuan, biologa, responsabile LAV Ricerca senza animali – L’Europa chiede e parla di una scienza diversa che identifica i metodi alternativi come prioritari con l’unico e chiaro obbiettivo di una ricerca senza animali, principi contenuti in varie norme e ribaditi anche recentemente dall’EMA, l’agenzia europea del farmaco”.