La LAV lavora da anni per la diffusione della scelta alimentare vegana, di matrice etica sì, ma basata sulla corretta informazione, sulla consapevolezza che, come in ogni regime alimentare, non si può prescindere dall’equilibrio dei nutrienti e dalla consulenza degli esperti, necessaria per qualsiasi scelta alimentare relativa a bambini di ogni età e in grado di guidare i genitori lontano da pericolosi “fai da te”.
Ogni giorno saliamo un piccolo gradino della ripidissima scalinata che conduce verso la possibilità di scegliere con nuova chiarezza – e con il riconoscimento e il sostegno della società – una vita sana e consapevole che, come in una fotografia a 360°, non perda di vista l’impatto delle nostre scelte sul futuro del Pianeta e di tutto ciò che ad esso afferisce. Portiamo avanti il nostro impegno con onestà e convinzione e con la solerzia di chi marcia verso un obiettivo, noncurante degli ostacoli che incontrerà.
E il panorama intorno – grazie anche al nostro sforzo – cambia. Finalmente il numero delle persone che aprono gli occhi sui condizionamenti subiti finora (uno fra tutti è la “dittatura della consuetudine” cioè il “carnismo”) è in costante aumento, i dati parlano e confermano il cambiamento in atto.
Anche le Istituzioni se ne accorgono e, sollecitate dalle richieste dei cittadini, a cui garantiamo il nostro appoggio fattivo e spesso determinante, intervengono per aggiustare "a cascata" la mancata applicazione di indicazioni di comportamento, come per esempio le Linee guida di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica. Si concretizzano anche i pronunciamenti giudiziari che tutelano i genitori che adottano un’alimentazione veg per i loro piccoli, come a Merano l’anno scorso e, pochi giorni fa, a Monza, dove il tribunale ha autorizzato il pasto vegan alla mensa scolastica per un bimbo di 8 anni, il cui padre, non più in accordo con le scelte alimentari materne, aveva chiesto un menu onnivoro. Parallelamente, aumentano le entità che forniscono appoggio solido e scientifico (basato su fonti ineccepibili) a chi opta per la scelta vegan. Una fra tutte la neonata rete delle Famiglie Veg, ambulatori per bambini e mamme attesa, competenti in nutrizione a base vegetale.
In tutto questo, il nostro agire, insieme a quello di tutta la diffusa e variegata "comunità" dei vegani, viene minato sistematicamente dalla "caccia al bambino vegano malnutrito", sport che pare fare adepti tra i giornalisti in cerca di facili clic. Essendo un’attività venatoria, non può che essere fatua e dannosa. E inutile.
Infatti ad ogni caso clamoroso corrisponde la smentita. I bimbi vegani degli scoop risultano, in seguito ad indagini leggermente più approfondite, non essere vegani o, perlomeno, i loro malesseri non sono imputabili alle scelte alimentari (vedi bimbo con malformazione cardiaca congenita). Ciò non toglie che possa esserci dell’avventatezza nei genitori, caratteristica diffusa in tutte le categorie di mamme e padri, onnivori in testa, ma che non porta a "sbattere il mostro in prima pagina".
Riflettendo sulle modalità di queste "denunce" pubbliche, non possiamo non chiederci se non sia l’acquisita e crescente coscienza di quanto le abitudini comuni a tavola (imposte alla e dalla maggior parte dei nostri genitori e quindi benedette dal crisma del "tradizionale") siano in fondo dannose e rispondenti a logiche dominanti di mercato che piano piano perdono terreno, a muovere la ricerca del caso vegano di turno.
Paola Segurini
Responsabile LAV area Scelta Vegan