Nei giorni scorsi ci siamo mobilitati per portare soccorso ad un branco di cavalli di Gennefuntana, nelle montagne tra Dolianova, Sinnai e Burcei in Sardegna, in condizioni di grave deperimento a causa della scarsità di pascolo che sta caratterizzando la stagione.
Le condizioni del branco, che vive in libertà, in una regione isolata e poco accessibile, è stata segnalata da un motociclista che ha filmato una carcassa e documentato le condizioni di debilitazione degli animali, di cui nessuno sembrava essere a conoscenza. Un sopralluogo di ASL e Corpo Forestale Regionale ha successivamente confermato l’emergenza, portando all’individuazione di altri animali deceduti.
Immagini e video si sono rapidamente diffuse nei social e la mobilitazione di privati ed associazioni per portare soccorso ai cavalli non si è fatta attendere. Il sindaco di Dolianova ha prontamente messo a disposizione uomini e fuoristrada della Compagnia Barracellare.
LAV Cagliari e l'associazione “Amico Mio” di Sestu, si sono attivate per far fronte all’emergenza cibo, acquistando foraggio e portandolo sul posto. LAV ha acquistato 25 quintali di fieno che saranno sufficienti per qualche settimana, in attesa che la primavera porti un miglioramento del pascolo.
“Questi cavalli hanno il privilegio di vivere veramente liberi, a differenza di tutti quelli che sono vittime dello sfruttamento ippico e sportivo, di manifestazioni come palii e giostre, o utilizzati come mezzo di trasporto – afferma Roberto Corona di LAV Cagliari - ed è così che dovrebbero continuare a vivere, anche dopo che questa emergenza sarà superata. Ovviamente dovranno essere monitorati e tutelati anziché essere considerati un problema. A tal proposito, esortiamo le Istituzioni e gli Enti preposti ad un maggiore e più efficace controllo del territorio, ad attuare azioni di tutela ambientale e di salvaguardia degli equidi che ormai hanno acquisito abitudini alla vita selvatica. Il branco storico pare si sia insediato in quelle zone impervie e disabitate da decenni ormai. Il fenomeno trae origine dalla pratica di abbandonare i cavalli di proprietà, non microchippati e non registrati, lasciati vagare senza cibo ed accudimento per il territorio. Il destino però non riserva loro solitamente condizioni favorevoli dove poter sopravvivere. Senza zone di pascolo e disponibilità d’acqua sufficienti, muoiono di fame e sete. Spesso attraversano le strade principali causando incidenti molto pericolosi con automezzi, sempre mortali per loro. Altre volte vengono uccisi a fucilate o sono vittime di maltrattamenti. In questo caso, per loro fortuna, l’habitat le condizioni hanno permesso loro di sopravvivere ed adattarsi”.