Il TAR di Bolzano ha accolto il ricorso LAV e sospeso il provvedimento provinciale che dall’8 settembre aveva dato mano libera ai cacciatori, allo scopo di uccidere 958 marmotte ritenute “colpevoli” di produrre danni all’ambiente e alle coltivazioni.
Gli animali erano stati accusati addirittura di “mettere a rischio la stabilità dei rifugi e delle stalle, dei supporti di linee a cavo e delle opere per la stabilizzazione dei pendii”! Danni denunciati dalla Provincia senza alcun concreto supporto documentale e soprattutto senza aver verificato alcuna misura alternativa che favorisse l’allontanamento degli animali, arrivando persino ad affermare che la traslocazione delle marmotte ingenera elevato stress negli animali, per cui è meglio ammazzarli!
Ora il pronunciamento del TAR mette definitivamente fine all’insensato massacro delle marmotte voluto dall’assessore Arnold Schuler. Resta però il fatto che per alcuni giorni i cacciatori hanno potuto sparare alle inermi marmotte.
Certamente ne avranno uccise alcune, quindi annunciamo fin d’ora che chiederemo conto all’Amministrazione provinciale di questa gestione della fauna selvatica più propensa allo sterminio di ogni forma di vita, che alla tutela ed all’incremento del patrimonio faunistico. Il nostro ufficio legale è al lavoro per valutare le responsabilità di ogni morte ingiustamente causata.
La disastrosa gestione della fauna selvatica da parte dell’Amministrazione provinciale, peraltro è sotto indagine da tempo. Quest’ultimo atto, sospeso dal TAR di Bolzano, conferma quanto la Provincia di Bolzano sia sensibile alle richieste delle frange più estremiste dei cacciatori, piuttosto che alle esigenze di tutela degli animali, dettate anche dalle norme nazionali ed europee. Una inequivocabile scelta di campo, che si innesta nel filone delle polemiche sorte attorno ai finanziamenti a fondo perduto erogati negli anni dalla Provincia all’associazione cacciatori Alto Adige.
Siamo molto felici per il pronunciamento del TAR grazie al quale le marmotte non corrono più alcun pericolo di essere uccise dai fucili dei cacciatori. Grazie al certosino lavoro dell’avvocato De Pascalis siamo riusciti a fermare un’azione insensata che avrebbe causato inutili sofferenze.
Barbara Paladini