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Sperimentazione: modelli non animali avanzano, Italia e UE restano indietro

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Ultimo aggiornamento

martedì 14 novembre 2017

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Ottime notizie dall’Inghilterra in tema di tumori al fegato, un tipo di tumore con basse probabilità di sopravvivenza e poche possibilità d’intervento in termini di operazioni chirurgiche, che sta diventando il secondo tipo di cancro più letale al mondo.

Gli studiosi del Wellcome and Cancer Research UK Cambridge hanno sviluppato mini tumori (fino a 0.5mm) - ribattezzati “tumoroidi” - per imitare le tre forme più comuni di cancro al fegato primario. Un salto in avanti importante per la ricerca che necessita di superare gli obsoleti modelli su animali, rivelatisi fallimentari perché non rispecchiano lo sviluppo tipico umano. Il team inglese è andato ben oltre le colture cellulari, ricreando una vera struttura in 3D prodotta  a partire da cellule umane: una tecnica innovativa che ha una grande potenzialità nell’identificare nuovi farmaci davvero efficaci contro le neoplasie epatiche.

Eppure, nonostante i progressi della ricerca più all’avanguardia, e nonostante l’obsolescenza dei modelli animali e le evidenze di come l’assorbimento e la metabolizzazione della sostanza da testare siano profondamente diversi da specie a specie, ancora oggi milioni di animali vengono utilizzati e uccisi per investigazioni farmacologiche destinate al fallimento. 

  • Al riguardo, ricordiamo la campagna dell’AIFA - Agenzia Italiana del Farmaco -  che raccomandava di non somministrare ai bambini le stesse medicine degli adulti dimezzando semplicemente le dosi, in quanto l’organismo di un bambino ha risposte diverse da quelle di un adulto, a tutta conferma della nostra argomentazione: se esistono differenze tali da non garantire la sicurezza di uno stesso farmaco tra bambini e adulti della stessa specie, questo varrà a maggior ragione per individui di specie diverse.
  • Sempre in tema di sperimentazione, arriva un’altra notizia dall’Europa relativa all’iter di riesame della direttiva comunitaria 2010/63/EU che regolamenta l’uso di animali nella ricerca scientifica. Come LAV, insieme alle coalizioni ECEAE ed Eurogroup for Animals, ci siamo battuti per oltre 3 anni per misure più rigide e divieti ma, purtroppo, le nostre aspettative sono state deluse. Unici punti positivi del riesame: il mantenimento del principio che i primati potranno essere usati solo se nati in cattività evitando, almeno, le catture in natura oltre all’implementazione dei metodi alternativi e l’aumento della trasparenza e della selettività del processo di valutazione e autorizzazione della procedura, principi che restano vaghi e che ci vedranno impegnati affinché vengano tradotti in criteri concreti nel prossimo riesame previsto per il 2019.

Come sempre, non staremo fermi a guardare: stiamo già lavorando per la prossima opportunità di vedere un’Europa libera dalla vivisezione!

Michela Kuan
Responsabile LAV area Ricerca senza Animali