Esprimiamo apprezzamento per l’operato della Polizia Postale e delle Comunicazioni, Sezione di Imperia, per aver individuato tre uomini che utilizzavano frequenze riservate al Ministero della Difesa, su collari satellitari applicati a cani impiegati nella caccia al cinghiale.
Durante alcuni controlli mirati, gli uomini della Postale di Imperia, con a capo l’Ispettore Ivan Bracco, hanno inoltre sequestrato 9 collari per cani e tre apparecchiature palmari di controllo, che utilizzavano le frequenze riservate. Dai controlli è emerso anche che alcuni dei cani da caccia erano privi dei previsti microchip.
“Un tale dispiegamento di tecnologia - commenta Massimo Vitturi, Responsabile LAV Animali Selvatici - in grado di operare persino su frequenze riservate alle comunicazioni militari, è indicativo del business che si cela dietro alle battute di caccia al cinghiale. Accade spesso, infatti, che le carni degli animali, prive delle certificazioni imposte dalle norme sanitarie ed in spregio alla normativa nazionale sulla tutela della fauna selvatica, siano vendute “in nero” dai cacciatori ad operatori della ristorazione privi di scrupoli, con illeciti guadagni e grave rischio per la salute dei cittadini. A ciò si aggiungano i maltrattamenti inflitti ai cani utilizzati dai cacciatori. Gli animali hanno infatti subito l’estrazione dei chip identificativi innestati sotto pelle”.