Sono scaduti sabato 12 maggio i termini per la presentazione di osservazioni al nuovo Piano di Gestione Nazionale della Nutria (Myocastor coypus) che nei prossimi mesi sarà licenziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Il Decreto Legislativo n. 152/2006 impone alle amministrazioni pubbliche che i nuovi piani o programmi, siano sottoposti a consultazione pubblica, devono cioè essere messi a disposizione del pubblico che entro due mesi può fornire contributi e osservazioni.Tuttavia, il Ministero si è limitato a pubblicare sul proprio sito la bozza del piano, senza darne comunicazione, nemmeno alle organizzazioni dallo stesso riconosciute come associazioni di tutela ambientale.
La bozza del Piano nazionale di gestione della Nutria è gravemente lacunosa perché i dati su cui sono basate le azioni previste sono inconsistenti, imprecisi, insufficienti, spesso privi di riferimenti bibliografici.
Abbiamo predisposto e inviato al Ministero un documento di revisione, con il quale mettiamo in evidenza le pesanti criticità connesse all’eventuale approvazione del piano, che comporterebbe gravi rischi sanitari per l’ambiente, gli animali selvatici e l’uomo, nonché il favoreggiamento del bracconaggio e gravi rischi per la pubblica incolumità, legati alla diffusione esponenziale di armi da fuoco utilizzabili in qualsiasi periodo dell’anno, su tutto il territorio nazionale, comprese le aree protette.
Nelle undici pagine di cui si compone il documento, abbiamo chiesto la revisione completa del Piano, a cominciare dal capitolo che riguarda l’individuazione degli strumenti utilizzabili per il controllo numerico delle nutrie, abolendo qualsiasi ricorso a fucili e trappole, in favore dell’impiego esclusivo di metodi non letali, così come previsto dal Regolamento Europeo 1143/2014 per la gestione delle specie alloctone.
Ora restiamo in attesa della risposta del Ministero alle nostre osservazioni: continueremo a sostenere la nostra posizione, in difesa delle nutrie e di tutti gli animali forzatamente traslocati dai loro luoghi d’origine per gli interessi economici di alcune categorie che per anni hanno lucrato sulla loro pelle.
Massimo Vitturi
Responsabile LAV Animali Selvatici