Si è concluso con un’assoluzione il processo per l’uccisione, a Pettorano sul Gizio (Aq), di un orso “colpevole” di aver predato alcune galline di proprietà dell’imputato. L’animale era stato colpito a morte dai colpi esplosi da un fucile da caccia, nel settembre 2014.
“Ancora non sono note le motivazioni per cui i giudici del Tribunale di Sulmona (L’Aquila) hanno assolto l’uomo, ma sarebbe assurdo se fosse stata confermata l’ipotesi di una reazione conseguente a uno ‘stato di necessità’. – afferma Massimo Vitturi, responsabile LAV Area Animali selvatici. – Non può essere riconosciuto lo stato di necessità quando si spara alla schiena di un animale in fuga!”.
Appena sarà depositata la sentenza e avremo letto le motivazioni faremo ricorso in appello contro questa sentenza, che comunque non autorizza i cittadini ad uccidere un animale selvatico, e chiederemo di fare lo stesso al Procuratore Generale: la giustizia ‘fai da te’ non è ammissibile in nessun caso e l’uccisione di un animale particolarmente protetto, anche a livello europeo dalla Direttiva Habitat, come l’orso, costituisce un vero e proprio atto di bracconaggio! Ancor più considerando che esistono sistemi efficaci per prevenire le eventuali predazioni da parte degli orsi. Chi non le mette in pratica, quindi, non può essere legittimato a usare un fucile contro un animale che non ha alcuna responsabilità”.