Excalibur è stato ammazzato. Dopo un rincorrersi di conferme e smentite, la certezza della soppressione dell'animale è purtroppo arrivata nella serata di ieri, come riporta il Corriere.it.
Un uccisione ingiustificabile eticamente, come dimostra la reazione dell’opinione pubblica internazionale, e priva anche di ogni logica, mascherata da un principio di precauzione che non si avvale di alcun fondamento scientifico. Lo confermano le parole del dottor Peter Cowen, veterinario alla North Carolina State University (consigliere degli esperti medici rispetto ai rischi di infezione tramite gli animali) che aveva affermato che sopprimere Excalibur sarebbe stato “chiaramente una reazione eccessiva” e aveva aggiunto “Non è mai stato documentata la diffusione dell’Ebola tramite i cani”.
La morte di Excalibur è una sconfitta civile e morale e sicuramente un grave lutto per la sua famiglia a cui va tutta la nostra solidarietà.
Intanto il PACMA – partito animalista spagnolo – sta valutando una denuncia per far emergere le possibili irregolarità nell’iter che ha condotto all’uccisione di Excalibur. Non ci sarà possibile affiancarli nella loro eventuale battaglia legale, l’uccisione non è stata commessa in Italia, ma ci auguriamo che la loro azione conduca a un risultato positivo.
Ieri avevamo fatto nostro l’appello rivolto alle autorità spagnole, unendoci ai gruppi animalisti spagnoli e a tutti coloro che in questi giorni avevano espresso preoccupazione per la sorte a Madrid del cane dell’infermiera che ha contratto il virus Ebola, invitandovi a inviare una email a ambespit@correo.mae.es e emb.roma@maec.es, gli indirizzi dell’Ambasciatore di Spagna a Roma per quella che in castigliano, inglese e italiano è la campagna #SalvemosaExcalibur #SaveExcalibur #SalviamoExcalibur.
Quanto disposto da un Tribunale della capitale spagnola che ha decretato la condanna a morte di Excalibur, sostenendo che “le informazioni scientifiche disponibili” non possono escludere che l’animale possa diffondere il virus è privo di fondamento scientifico, eticamente inaccettabile e un grave danno per la sua famiglia. Il marito stesso dell’infermiera si è fermamente opposto alla soppressione del cane, segno certo questo del profondo legame che li unisce, dichiarando: “Se volete uccidere Excalibur, uccidete anche me”.