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Manovra #SALVAVISONI. Appello LAV e Essere Animali ai Parlamentari

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 27 aprile 2016

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il Parlamento faccia sentire la sua voce decisiva nella manovra #SALVAVISONI: ogni giorno di ritardo comporta la morte di 550 visoni (quasi 200.000 ogni anno).

Questo l’appello che LAV ed Essere Animali rivolgono ai Senatori della Commissione Sanità e agli Onorevoli della Commissione Agricoltura. Infatti, questo è l’ultimo periodo utile per i parlamentari per allinearsi al 90% degli italiani che già si sono più volte espressi a favore di un divieto nazionale di allevamento di animali per la produzione di pellicce.

Ogni anno, tra fine aprile e inizio maggio, con le nascite dei cuccioli, inizia il ciclo di allevamento dei visoni, che si conclude tra dicembre e gennaio con l’uccisione di questi animali nelle camere a gas: una produzione ripugnante sul piano etico, a cui il Parlamento italiano deve mettere fine avviando l’iter legislativo della manovra #SALVAVISONI.

In questi giorni, con le nascite dei primi cuccioli di visone, anche in Italia comincia un nuovo ciclo di allevamento di animali destinati a diventare pellicce.

Così, con l’hashtag #SALVAVISONI, inizia una nuova mobilitazione nazionale delle associazioni animaliste LAV ed Essere Animali , unite in un fronte comune per chiedere al Parlamento l’approvazione della manovra #SALVAVISONI, ovvero la proposta di legge (sono 3 le Proposte di Legge sul tema, tra Camera e Senato, ferme da anni) che consentirà, se approvata, la chiusura degli ultimi 20 allevamenti di visoni ancora attivi in Italia.

Insieme alla nuova video-denuncia di Essere Animali che documenta le privazioni cui sono sottoposti i visoni (animali selvatici, semi-acquatici, predatori, che per queste ragioni non possono vivere in gabbia), la LAV pubblica oggi un nuovo dossier con un’approfondita critica scientifica che demolisce tutte le argomentazioni dell’industria della pellicceria (tra cui il progetto WelFur) utilizzate per sostenere una forma di allevamento che non ha più ragione di esistere.

COMUNICATO INTEGRALE