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L'India vieta importazione di pellicce. Italia e Europa seguano l'esempio

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Ultimo aggiornamento

lunedì 09 gennaio 2017

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Con l’inizio del nuovo anno l’India ha adottato un provvedimento storico che colpisce duramente l’industria della pelliccia a livello mondiale: stop alle importazioni di pellicce di visone, volpe, cincillà e anche di pelli esotiche.

Promotrice di questa svolta è Maneka Sanjay Gandhi, Ministro per le donne e i bambini, che nei mesi scorsi aveva sollecitato il proprio Governo ad adottare restrizioni sul commercio dei prodotti di pellicceria evidenziando le crudeltà che questi animali devono subire. Una iniziativa che ha trovato il consenso diretto anche del Ministero dell’Ambiente e della Commissione per il Benessere Animale.

Dopo il divieto europeo di commercio di prodotti derivanti dalla caccia commerciale delle foche, in vigore dal 2010, questa è la seconda volta che un Paese vieta o pone delle restrizioni al commercio di pellicce sulla base di ragioni etiche e di benessere animale. 

In Italia invece, oltre a non esserci alcuna specifica restrizione al commercio, l’allevamento di animali per la produzione di pellicce continua ad essere possibile a causa dell’immobilismo dei due presidenti della Commissione Sanità al Senato, Emilia De Biasi (PD), ed Agricoltura alla Camera, Luca Sani (PD), che nonostante i molti solleciti ricevuti dalla LAV ancora non hanno calendarizzato le ben 3 proposte di legge (S.62, C288, C2148) che, se approvate, vieteranno una volta per tutte questa forma di allevamento.

Notifica della Direzione Generale per il Commercio Estero

Simone Pavesi
Responsabile Area Moda Animal Free