Il dramma di una perdurante siccità, unito ai numerosi incendi che stanno interessando soprattutto le regioni del centro-sud del Paese, crea un danno ambientale impossibile da valutare compiutamente. Oltre alle decine di migliaia di ettari ridotti in cenere e sotto gli occhi di tutti, vi è un numero incalcolabile di animali selvatici arsi vivi. Adulti e piccoli nati da poche settimane non hanno avuto scampo dalle fiamme.
Per questo motivo abbiamo inviato una lettera ai Presidenti delle Regioni interessate, ricordando le loro precise responsabilità in materia di tutela dell’ambiente, che comprendono anche la protezione degli animali selvatici.
Abbiamo ricordato ai Governatori regionali che l’art.19 della Legge sulla caccia consente loro di annullare l’apertura della stagione venatoria “per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità” – dichiara Massimo Vitturi responsabile dell’Area Animali Selvatici della LAV – quindi per situazioni che comprendono anche l’emergenza incendi”.
Abbiamo inoltre chiesto che i Presidenti delle Regioni si facciano garanti del puntuale e rapido aggiornamento dei catasti comunali dei soprassuoli percorsi dal fuoco. In tali aree, infatti, la legge quadro in materia di incendi boschivi impone il divieto di caccia per dieci anni.
Le norme nazionali forniscono importanti strumenti per la tutela della vita degli animali selvatici, tuttavia, troppo spesso questi vengono lasciati inutilizzati dagli amministratori, mentre si continua a far contenti i cacciatori sfruttando ampiamente le opportunità di estendere le attività venatorie, come accade nel caso delle numerose deroghe previste per la caccia di alcune specie di animali selvatici o per particolari periodi dell’anno.
“Ci auguriamo che, almeno questa volta – prosegue Vitturi - di fronte ad un’emergenza tanto devastante, i Presidenti delle Regioni decidano di stare dalla parte degli animali selvatici e dei cittadini, in maggioranza contrari alla caccia (Eurispes 2016), invece di cedere alle pressioni e agli interessi dei cacciatori.”