La clamorosa vicenda giudiziaria di Green Hill giunge al suo terzo grado di giudizio: martedì 3 ottobre (a partire dalle ore 10, presso la Terza Sezione) i Supremi Giudici della Corte di Cassazione si esprimeranno sul ricorso presentato dagli Avvocati che difendono gli imputati dell’Allevamento di cani per la sperimentazione, denunciato nel 2012 e i cui 2636 cani furono sequestrati.
In conseguenza dei due processi condotti dal Tribunale di Brescia, i vertici dell’Allevamento di beagle sono stati condannati per “maltrattamenti e uccisioni senza necessità”, sia in primo grado che in Appello, alla pena di 1 anno e 6 mesi di reclusione per il Medico Veterinario e il co-gestore di “Green Hill 2001”, mentre il direttore dell'allevamento è stato condannato a 1 anno e al risarcimento delle spese. Per i condannati, inoltre, attività sospesa per due anni e confisca dei cani.
“Abbiamo piena fiducia nel rigore morale dei Giudici della Suprema Corte chiamata a regolare e uniformare l'interpretazione giurisprudenziale del diritto, per garantire la perfetta osservanza e la puntuale applicazione della legge da parte degli organi giurisdizionali. Ne consegue che la pronuncia sarà circoscritta all'osservanza delle norme, mentre è palese che non può estendersi a un esame critico del fatto che rimane “accertato” dei due precedenti gradi di giudizio – spiega la LAV – Certi della solidità delle prove a carico degli imputati, della rigorosa e scrupolosa interpretazione delle norme di riferimento, auspichiamo che la Corte di Cassazione voglia dichiarare l'inammissibilità e/o comunque respingere il ricorso proposto, confermando la sentenza impugnata in ogni sua parte, compresa quella relativa alla confisca, ex art. 544sexies c.p., dei numerosissimi beagle ancora in sequestro e affidati dall’estate 2012 a famiglie volenterose sparse su tutto il territorio nazionale. – prosegue la LAV – Siamo stati fin dall’inizio parte attiva nel procedimento penale a difesa dei quasi 3mila beagle, ai quali abbiamo garantito un futuro e giustizia: il Tribunale di Brescia nel 2015 e nel 2016 ha emesso due sentenze memorabili di condanna per i vertici di Green Hill, destinate a fare giurisprudenza in quanto hanno fatto emergere l’estrema gravità delle sofferenze inflitte ai cani allevati a fini sperimentali dalla succursale della multinazionale Marshall.”