Condanna a due anni di reclusione: è la pena chiesta oggi dalla Procura della Repubblica di Brescia nell'ambito dell'inchiesta "Green Hill bis" per i due medici veterinari della Asl di Brescia incaricati dei controlli pubblici nell’allevamento di beagle destinati alla sperimentazione, e i cui vertici con sede a Montichiari (Brescia) hanno già subito la condanna in appello per maltrattamenti e uccisioni di animali in due gradi di giudizio.
Imputati nel processo che proseguirà il 5 aprile con la discussione della difesa, i veterinari Asl addetti ai controlli entrambi accusati di concorso nel delitto di maltrattamento e uccisione di animali, perché pur essendo intervenuti non impedivano che venissero soppressi 44 cani per rogna ed altre malattie perfettamente curabili, nonché che centinaia di cuccioli morissero per ingestione di segatura. Entrambi sono accusati anche del reato di falso ideologico, in quanto nel corso delle ispezioni avrebbero dichiarato il falso, certificando che tutto andava bene. Uno dei veterinari è accusato inoltre del reato di omessa denuncia di maltrattamenti in qualità di pubblico ufficiale. Per l’altro, anche l’accusa di delitto di falsa testimonianza. Per i dipendenti, accusati di falsa testimonianza, la Procura ha chiesto la condanna a 10 mesi di reclusione.
Sugli imputati pesa come un macigno la sentenza della Corte d’Appello di Brescia (23 febbraio 2016), che ha messo il sigillo della certezza sui maltrattamenti e le uccisioni ingiustificate all’interno di Green Hill, accertando, attraverso prove schiaccianti, le indubbie responsabilità dei vertici dell’allevamento già oggetto di condanna in primo grado.
Ci auguriamo che attraverso questo nuovo processo oltre a tutte le responsabilità degli esecutori, si arrivi al più presto ad accertare anche quelle degli altri soggetti coinvolti nei controlli, che con le loro omissioni hanno permesso tali morti e maltrattamenti.