Cani, gatti e furetti di età inferiore a tre mesi e non vaccinati contro la rabbia non potranno essere introdotti in Italia.
Lo annuncia il Sottosegretario del Ministero della Salute, Vito De Filippo con una nota inviataci che esprime soddisfazione per non aver così abbassato la guardia contro il traffico dei cuccioli, con un escamotage previsto dalla normativa europea.
Nella lettera il Sottosegretario, condividendo le nostre preoccupazioni espresse sia in termini di benessere animali che di salute pubblica, annuncia che l’Italia nello Schema di Decreto Legislativo che attua la Direttiva 2013/31/UE – che proprio oggi va in approvazione preliminare in Consiglio dei Ministri - non ha accolto la deroga che avrebbe potuto far sì che nel nostro Paese potessero essere introdotti, sia al seguito dei proprietari, sia per finalità commerciali, i cuccioli di età inferiore alle dodici settimane e non vaccinati nei confronti della rabbia.
Nel mese di novembre scorso, avevamo scritto al Sottosegretario per chiedere che il nostro Paese non recepisse la non vincolante deroga comunitaria, sottolineando come la rabbia sia ancora estremamente diffusa nei Paesi dell’est Europa dai quali, come è noto, provengono i cuccioli di cani e gatti introdotti Italia per finalità commerciali, un ingresso peraltro spesso effettuato non in conformità alla legislazione vigente tanto che, nel 2010, nel sistema giuridico italiano sono stati introdotti il reato di traffico illecito di animali da compagnia e la fattispecie amministrativa di introduzione illecita.
“Siamo soddisfatti per questo importante risultato – dichiara Ilaria Innocenti, Responsabile LAV Settore Cani e Gatti – la possibilità di introdurre in Italia i cuccioli di età inferiore alle dodici settimane e non vaccinati nei confronti della rabbia, oltre che un grave rischio per la salute pubblica, sarebbe stata estremamente negativa anche in termini di benessere animale. I cuccioli movimentati a fini commerciali devono affrontare viaggi che durano anche undici ore e il distacco precoce dalla madre, soprattutto il distacco precoce dalla madre, causa al cucciolo traumi affettivi e psicologici e specialmente problemi sanitari – e conclude – non recependo la deroga, il Governo italiano conferma di non abbassare la guardia contro l’odioso fenomeno del traffico di cuccioli e il suo impegno nella prevenzione e nella repressione. Proprio grazie alla norma che vieta l’introduzione di cuccioli di età inferiore a tre mesi e non vaccinati contro la rabbia, già in vigore e confermata nella predisposizione del Decreto Legislativo attuante la Direttiva 2013/31/UE, è stato e sarà possibile individuare e punire le introduzioni illegali”.