Sono ancora 805 milioni le persone cronicamente sottoalimentate nel Mondo: lo dichiara il nuovo Rapporto sullo Stato dell'insicurezza alimentare nel mondo (Sofi) 2014 presentato il 16 settembre dalla Fao, con Ifad e il Programma Alimentare Mondiale (Pam).
Nonostante siano diminuite di 100 milioni rispetto a dieci anni fa, però, il dato è ancora allarmante e impone sforzi adeguati ed immediati per raggiungere l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio, che auspica riduzione del 50% della fame nel mondo entro il 2015. Secondo la FAO tale traguardo è possibile solo intensificando gli impegni e aumentando i soggetti coinvolti.
Il modo migliore e più efficace sarebbe la sostituzione delle proteine animali con le proteine vegetali. Una simile variazione, attuabile con sforzi minimi, porterebbe ad una disponibilità di cibo infinitamente maggiore, per tutti.
Sono infatti necessari 930 chili di cereali per nutrire - indirettamente - per un anno una persona la cui alimentazione si basa su alimenti di origine animale, e solo 180 kg per un'alimentazione su base vegetale.*
La stessa FAO ha più volte manifestato la consapevolezza che il modello alimentare basato prevalentemente su proteine animali è fallimentare. Se gli alimenti vegetali ottenuti dall’agricoltura fossero destinati direttamente al consumo umano, infatti, avremmo a disposizione 10 volte più cibo di quanto non riusciamo ad averne.
Oggi il Sud del mondo produce i cereali per nutrire gli animali destinati all’alimentazione umana di quel 20% di abitanti del Pianeta che detiene la larga maggioranza delle risorse complessive, condannando alla malnutrizione il restante 80% della popolazione mondiale.
L’utilizzo delle risorse disponibili è quindi enorme. Ed è a questo che gli organismi mondiali, dovrebbero puntare: diminuire il consumo di carne, informando sui benefici che una scelta alimentare priva di proteine animali può produrre sulla salute, dell’uomo e del Pianeta.
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Barbara Paladini
*Millstone and Lang,The Atlas of Food: Who Eats What, Where and Why (2003)