Nel 2015 veniva adottato un emendamento di modifica della Legge di stabilità, voluto da LAV, che consente al Ministro dell’Ambiente, e altri Ministeri competenti, di rimodulare le tariffe - scandalosamente ferme da tanti anni a cifre irrisorie - dei diritti di prelievo delle specie minacciate di estinzione, elencate nella normativa CITES, a favore della cura e gestione degli animali confiscati per violazione della CITES stessa. La Legge 28 dicembre 2015, n. 221, (G.U. n. 13 del 18 gennaio 2016), infatti, all’articolo 75 prevede la rivalutazione, con cadenza triennale, della misura dei diritti speciali di prelievo istituiti in attuazione della Convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione (CITES).
La prevista rivalutazione, però, è stata ignorata dal Ministero dell’Ambiente: le nuove tariffe dei diritti di prelievo pubblicate in Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 aprile, infatti, sono per lo più inalterate rispetto al passato.
Le tariffe in Italia sono tra le più basse al Mondo: si paga da un minimo di 1€ a un massimo di 77€ per commerciare, di fatto legalmente, animali minacciati in via di estinzione o parti di essi. “Tariffe” che da un lato non disincentivano questo tipo di commercio, dall’altro non contribuiscono in modo adeguato a finanziare le operazioni di contrasto al traffico e detenzione illegale, né il mantenimento degli animali vittime di questi reati. Un problema gravissimo, amplificato dall’insufficienza di centri di recupero per gli animali confiscati: senza dei luoghi dove poter sistemare gli animali non è possibile sottrarli al traffico.
Il Ministero dell’Ambiente, sotto la guida del Ministro Galletti, non ha dunque ritenuto necessario aumentare il budget a disposizione per la gestione delle confische di animali in via di estinzione e per la loro necessaria cura e mantenimento a vita. I problemi identificati e noti resteranno quindi insoluti per assenza delle risorse finanziarie necessarie a mettere in atto i cambiamenti e le soluzioni necessarie.
Ci auguriamo che il nuovo Governo metta in atto un deciso cambio di rotta!