“Il Ministro dell’Ambiente Galletti vuole davvero essere ricordato per aver riaperto, dopo quasi mezzo secolo, la “caccia” al lupo e consentito l’uccisione di cani vaganti, fatto proibito dal nostro ordinamento da ben 25 anni?” È la domanda posta dalla LAV che oggi, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, ha presentato una “Dichiarazione per la gestione non letale del lupo”, sottoscritta dai maggiori esperti internazionali nella gestione e conservazione di questo animale.
Nel corso della conferenza stampa, la LAV ha inoltre presentato il Dossier “Verso un piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, revisione tecnico-scientifica della bozza di Piano del Ministero dell’Ambiente, alla presenza degli autori, i biologi portoghesi Duarte Cadete e Sara Pinto, che hanno illustrato le ragioni scientifiche e di tipo ecologico per cui l’approvazione del nuovo Piano costituirebbe un clamoroso salto indietro nel tempo per il nostro Paese, oltre a rappresentare una vergogna sul piano etico e della tutela dei diritti animali.
La bozza di “Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia”, redatta per conto del Ministero dell’Ambiente dall’Unione Zoologica Italiana nell’ottobre 2015, è in realtà un documento contestato da più parti, che il Ministero aveva dichiarato di voler approvare entro lo scorso marzo ma che, grazie anche alle critiche e alle proteste di Associazioni e cittadini, non è ancora stato varato. Una vittoria temporanea, che tuttavia non mette al sicuro centinaia di lupi, ibridi e cani, dal rischio concreto di trovarsi presto bersaglio del fuoco incrociato di cacciatori e di altri soggetti che, fucile alla mano, potranno essere abilitati agli abbattimenti.
Claudia Squadroni