Si sono aperti a Ginevra i lavori in vista della prossima Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione di Washington del 1975 sul commercio internazionale di specie protette (CITES), prevista dal 24 Settembre al 5 Ottobre in Sud Africa.
Alla Convenzione aderiscono 181 Stati. La scomparsa progressiva e inarrestabile di specie e biodiversità sul Pianeta, dovuta ad un cocktail micidiale di inefficacia degli strumenti offerti dalla Convenzione stessa rispetto all’urgenza dei problemi, a politiche nazionali poco diligenti, scarso se non, a volte a causa di un inesistente monitoraggio e controllo, a misure sanzionatorie non dissuasive e non proporzionali ai crimini, al diffuso e crescente bracconaggio e al traffico illegale, alla piaga della corruzione e criminalità organizzata. L’economia dello sfruttamento degli animali in via di estinzione e dei loro prodotti derivati è in crescente aumento insieme alla perdita dei loro habitat naturali per inquinamento, cementificazione, guerre, cambiamenti climatici e calamità naturali.
L’Italia e l’Unione Europea non sono esenti da responsabilità in questo campo. Questa sarà la prima Conferenza delle Parti in cui l’Unione Europea potrà votare con un voto unico in rappresentanza dei 28 voti dei suoi Stati Membri. Solo recentemente, infatti, la Convenzione ha adottato un emendamento che permette a entità di carattere regionale di votare in modo unitario con un singolo voto. Questa iniziativa permetterà di poter applicare una politica europea interna più compatta, che dovrebbe poter dare un peso maggiore all’Unione Europea nell’ambito dei negoziati.
Le aspettative per la COP (Conferenza delle Parti) sono elevate, anche se non sono ancora state formalizzate le richieste degli Stati relative alle modifiche dei livelli di protezione delle specie considerate. Tuttavia è già noto che l’agenda della Conferenza tratterà in modo prioritario, tra i vari temi, l’insostenibilità del traffico di avorio e dell’uccisione di elefanti e rinoceronti, la mancanza di adeguata applicazione delle normativa internazionale negli Stati aderenti alla convenzione, l’inadeguatezza dei sistemi sanzionatori e la necessità di combattere la corruzione e il crimine organizzato.
Alcuni dati:
Oggi in Italia non esiste, purtroppo, un'agenda politica sul traffico degli animali esotici e delle specie in via di estinzione e dunque il nostro Paese rimane uno dei punti cardine di traffici illeciti in Europa.
La LAV chiede al Governo Italiano di sostenere una politica internazionale che porti risultati tangibili e promuovere una politica interna mirata a rafforzare il monitoraggio, i controlli e la repressione dei crimini legati al commercio di specie in via di estinzione. Dare sostegno finanziario ai centri di recupero di animali, oggi scarsamente esistenti, è inoltre un passaggio indispensabile per poter creare ricoveri per gli animali sequestrati che altrimenti verrebbero, come spesso accade, affidati ai loro potenziali maltrattatori o detentori illegali.
Gaia Angelini
Responsabile Settore Animali Esotici in Cattività