Astici, aragoste, granchi: i crostacei vivi messi in vendita non potranno più essere detenuti su ghiaccio. "Non può essere considerata come una consuetudine socialmente apprezzata", scrive la Cassazione, il detenere questa specie di animali "a temperature così rigide, tali da provocare sicure sofferenze" (testo sentenza da cassazione.net)
La Cassazione ha così confermato la sanzione per 5.000 euro per maltrattamento di animali (ex art.727 c.p.), nonché il risarcimento danni alla LAV, stabilita dal tribunale di Firenze per un ristoratore di Campi Bisenzio, che conservava i crostacei sotto ghiaccio e con le chele legate.
“Il ristoratore di Campi Bisenzio che è voluto arrivare fino al massimo grado di giudizio, pur essendo stato inizialmente condannato a solo 5.000 euro di multa, su denuncia della LAV, è stato servito – commenta Gianluca Felicetti, presidente LAV - Ciò che riteneva di poter fare, perché ritenuto di uso comune, non lo è più, grazie proprio a lui, che ha consentito il ribaltamento di un pronunciamento di assoluzione su un caso analogo nel 2015 ad opera di un Giudice onorario in Piemonte. Grazie a questa nuova sentenza, viene sancito giuridicamente un principio che ormai ha anche la letteratura scientifica dalla propria parte: questi animali soffrono come gli altri, il ghiaccio li brucia. Ciò che è stato e chissà per quanto sarà ancora sotto gli occhi di tutti, in attesa di una Legge che lo dica esplicitamente, è un reato e tutte le Forze di Polizia sono chiamate a interromperlo”.
Ecco quindi che questa sentenza non solo è da citare per intervenire su supermercati e pescherie ma ci fornisce un ulteriore incentivo a fare ancora di più, per far cambiare menu agli italiani.