Milioni di animali abbattuti per un’epidemia che sarebbe stata causata dalla somministrazione di vaccini senza la prescritta autorizzazione ministeriale. Questa è solo una delle conseguenze del business legato ai vaccini dell’aviaria, che vede coinvolte 41 persone per le quali, secondo gli organi di stampa, la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio.
“Associazione a delinquere, corruzione, ricettazione, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica e tentata epidemia” le ipotesi di reato della Procura riportate dalle agenzie di stampa, a carico di dipendenti del ministero della Salute, dirigenti degli Istituti zooprofilattici sperimentali di Padova e Teramo (tra i quali anche Ilaria Capua responsabile del laboratorio di virologia del centro nazionale per l'influenza aviaria, deputata in prima fila pro sperimentazione sugli animali) e manager di aziende farmaceutiche, che avrebbero messo su un vero e proprio sistema di compravendita e traffico internazionale di ceppi virali di aviaria "per produrre in forma clandestina, senza la prescritta autorizzazione ministeriale, specialità medicinali a uso veterinario, procedendo poi alla loro commercializzazione e somministrazione sugli animali, determinando la diffusione non più controllata dell'influenza aviaria negli allevamenti avicoli del nord Italia".
Una vicenda che evidenzia ancora una volta come vaccini e business economico siano un binomio immortale che sfrutta prima gli animali, sui quali vengono inutilmente testati, e poi gli esseri umani perché dietro ai farmaci troppo spesso si nascondono interessi e frodi ben lontane dall’intento di guarire l’uomo.
Leggi il commento di Michela Kuan, biologa responsabile LAV Vivisezione